Il Laboratorio di gentilezza virale che, presenta anche testimonianze fuori dal Processo al bullo, non ha pretese scientifiche ma, evidenze pratiche.
L’evidenza principale è che la norma giuridica non può essere interiorizzata se non se ne avverte la sua “cogenza”.
L’altra è che l’educazione familiare affonda le sue radici anche nell’ambiente in cui il ragazzo vive e si confronta ogni giorno.
Quell’ambiente che spesso non vede nella realtà scolastica.
Proporre un’educazione alla complessità è una soluzione vincente. Anche L’Unione Europea nell’ambito dei suoi Programmi Educativi lo sollecita.
Educazione come istruzione ai valori, alle regole, all’empatia, all’ascolto, alla tolleranza e all’inclusione, alla comunicazione efficace, alle pari opportunità, alla autocansapevolezza, all’autonomi.
L’educazione deve puntare a tirar fuori i talenti, le inclinazioni personali, a prescindere dall’andamento scolastico a dall’ambiente familiare.
Occorre formare e supportare le famiglie, anche con un nuovo Welfare.
Individuare ed allontanare i soggetti violenti dalle stesse.
Ripensare alla famiglia come sistema di relazioni che devono essere “efficaci” per l’educazione dei giovani.
Giovani come “persone”complete fin da piccoli.
Come sognava Eglatyne Jebb.
Avv. Anna Di Mauro
Presidente ADGI Caserta