“Alle soglie del Ventesimo secolo il “bambino” è ancora considerato solo in riferimento al mondo adulto; un adulto non del tutto compiuto, non una persona con proprie specifiche esigenze di tipo affettivo, psicologico, intellettivo. L’unico scrupolo relativo all’infanzia espresso sino a quel momento è quello di regolarne l’ingresso e i modi di lavoro”.
Eglantyne Jebb nasce ad Ellesmere Shrophire il 25 agosto 1876 e cresce in una casa di campagna, in una famiglia benestante, fortemente impegnata nella propria comunità.
Con lei crescono cinque fra fratelli e sorelle.
Il padre Arthur Trevor Jebb è un avvocato e proprietario terriero.
La madre, Louisa Eglantyne, fonda la Home Arts and Industries Association per sostenere i mestieri rurali tradizionali e dell’artigianato minacciati dalla meccanizzazione e dall’urbanizzazione. Sua sorella Louise contribuisce a fondare la Women’s Land Army durante la Prima Guerra Mondiale, che organizza nelle aziende agricole il lavoro delle donne che sostituiscono i mariti in guerra. Eglantyne consegue la laurea in Storia Moderna a Oxford e insegna per un anno nelle scuole elementari.
Si trasferisce poi a Cambridge per aiutare la madre e collaborò con la Charity Organisation Society che mirava a organizzare le opere di carità secondo metodi razionali e moderni.
Eglentyne studia quindi in modo scientifico come aiutare le persone e nel 1906 pubblica
“Cambridge, A Study in Social Questions”.
Con l’inizio della Prima Guerra Mondiale insieme alla sorella Dorothy scrive Note dalla stampa estera per la rivista «Cambridge Magazine».
Alla fine della guerra pubblica, traducendo in inglese, sulla stessa rivista alcuni articoli di giornali esteri che descrivono le gravi conseguenze dell’embargo del governo britannico nei confronti di Austria e Germania, dove i bambini morivano di fame, a fronte del governo britannico, fermamente deciso a non dare aiuti al nemico sconfitto. Nello stesso anno Eglantyne viene arrestata mentre a Trafalgar Square distribuisce volantini con fotografie di bambini affamati austriaci.
Alcuni di questi volantini esistono ancora negli archivi di Save the Children.
Il governo sperava con il suo arresto di mettere a tacere questa donna che, insieme ad altri influenti amici, quali Lord Parmoor, John Maynard Keynes ed altri, svolgevano un’efficace attività di lobbyng in tal senso.
Eglantyne si difende in tribunale appellandosi al caso morale.
Anche se riconosciuta colpevole viene solo multata per 5 sterline che – come scrive a sua madre – «equivale alla vittoria».
Il 15 aprile 1919 Eglantyne insieme alla sorella Dorothy istituisce un fondo per aiutare i bambini tedeschi e austriaci: Save the Children Fund.
Eglantyne Jebb è stata in grado di anticipare il concetto, rivoluzionario per l’epoca, che anche i bambini fossero titolari di diritti peculiari, distinti da quelli degli adulti, e inizia un’opera nei confronti delle istituzioni audace nelle sue rivendicazioni e anticonformista nei modi di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di reperimento dei fondi. Inaspettatamente, questa organizzazione, presentata alla Royal Albert Hall a Londra il 19 maggio 1919, raccoglie rapidamente una grossa somma di denaro dal pubblico britannico e molti partecipano all’opera di soccorso.
Per gestire il Fondo Eglantyne assicura che avrebbe utilizzato il metodo professionale imparato presso la Charity Organisation Society. Nell’estate del 1919, Eglantyne Jebb scrive a Papa Benedetto XV per avere il supporto della Chiesa contro la carestia.
In risposta al suo appello, il 24 novembre 1919, il Papa scrive l’Enciclica Paterno Iam Diu, ai Patriarchi, Primati, Arcivescovi ed altri ordinari locali che hanno Pace e Comunione con la Sede Apostolica, sulla necessità di offrire denaro, alimenti e vestiario a favore dei bambini dell’Europa Centrale. L’anno successivo, il 1° dicembre 1920, nell’Enciclica Annus iam Plenus, loda pubblicamente Save the Children per il suo lavoro: “tributare pubblica lode alla società chiamata <Save the Children Fund>”.
È la prima volta nella storia che la Chiesa Cattolica supporta una causa promossa da un’organizzazione non confessionale.
Nel 1921 Save The Children aiuta i bambini russi vittime della carestia.
Attualmente Save the Children è la più grande organizzazione indipendente per la difesa e la promozione dei diritti dei bambini.
Opera in oltre cento paesi portando aiuti alle famiglie e ai bambini in situazioni di emergenza, per calamità naturali o guerre.
Ha status consultivo presso il consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite.
Parla a nome dei bambini e fa pressione su governi e istituzioni nazionali e internazionali.
Durante il servizio che aveva prestato nella Prima guerra mondiale, Eglantyne era stata molto colpita dalle sofferenze inflitte dalla guerra ai bambini ed essendo persuasa che «le guerre sono sempre guerre innanzitutto contro i bambini», aveva pensato che fosse necessario affermare alcuni diritti fondamentali propri dei bambini.
Nel 1923, riflettendo sulla vetta del monte Salève che domina Ginevra, stilò la prima
Carta internazionale dei diritti del bambino:
«che ogni bambino affamato sia nutrito, ogni bambino malato sia curato, ad ogni orfano, bambino di strada o ai margini della società sia data protezione e supporto».
La Carta scritta in stile semplice in cinque punti afferma che i bambini hanno dei diritti e la Comunità ha il dovere di proteggerli.
La invia quindi alla Società delle Nazioni scrivendo:
«Sono assolutamente convinta sia giunto il momento di riconoscere i diritti propri dei bambini»
il testo viene adottato dalla Società delle Nazioni l’anno successivo il 26 settembre del 1924, con il nome di Dichiarazione di Ginevra e successivamente dalle Nazioni Unite.
Sulla stessa carta si basa la Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 1989 oggi ratificata da tutti i Paesi del mondo ad eccezione degli Stati Uniti (poiché riconoscono la pena di morte anche per i minori) e della Somalia (che ha non ha un governo stabile). Eglantyne muore appena sei anni dopo, a Ginevra, nel 1928.
A soli 52 anni.
Con il suo coraggio personale, carisma e visione umana aveva conquistato la maggior parte dell’aristocrazia e le organizzazioni sindacali, il Papa, e il governo bolscevico, la moglie del Primo Ministro che aveva organizzato il blocco economico, e la neonata Lega delle Nazioni a Ginevra.
«Per avere successo nella vita, è necessario dare vita»,
cosa che lei ha fatto non diventando madre, come ci si sarebbe aspettati da una signora benestante dell’età edoardiana, ma attraverso la creazione di Save the Children Fund.
Mentre la sua storia è stata dimenticata e anche se i diritti umani dei bambini devono ancora essere pienamente realizzati, il successo di Eglantyne nell’imporli all’agenda politica mondiale attesta la forza del suo spirito umanitario.
Eglantyne Jebb trovava i bambini rumorosi e stancanti e li definisce anche “birbanti”, ma riconosce in loro il futuro.
E capisce che è a nostro rischio e pericolo non riuscire a proteggerli e rispettarli.
Grazie ad Eglantyne Jebb e alla sua Carta internazionale del diritto del bambino, che ha fatto in modo che tutti gli Stati Membri si sedessero intorno ad un tavolo per scrivere la Convenzione delle Nazioni Unite per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ratificata in Italia nel 1991, ben 70 anni dopo la sua prima stesura, oggi nel 2023 possiamo di parlare di Bullismo, Cyberbullismo e adottare gli strumenti giuridici più adeguate per salvaguardare la salute e sicurezza psico-fisica dei giovani, sia che siano inquadrati come Bulli che come Bullizzati.
Eglantyne Jebb. Ellesmere Shrophire 1876 – Ginevra 1928