E’ la stessa Convenzione a prevedere una serie di controlli e strumenti al fine di garantire che i diritti in essa riconosciuti non restino sul piano formale ma siano concretamente attuati.
É stato in particolare istituito, a tal fine, il Comitato Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, organismo indipendente, con il compito di esaminare i progressi dei vari Stati nella messa in pratica degli obblighi sanciti dalla Convenzione.
Il comitato, con sede a Ginevra, è composto da 18 esperti, eletti dagli Stati firmatari e ripartiti in maniera geograficamente equa ed è incaricato di analizzare i rapporti periodici che i vari Paesi devono presentare ogni cinque anni.
L’Italia ha presentato nel 2019 il quinto e il sesto rapporto sull’attuazione della Convenzione Onu ricevendo dal Comitato le relative “osservazioni conclusive”, che, oltre ad apprezzamenti per i progressi compiuti contengono anche raccomandazioni per il superamento delle aree di criticità.
In particolare il Comitato ha apprezzato alcune leggi approvate in questi anni tra cui la Legge 71/2017 sulla prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo e la Legge 47/2017 in materia di protezione dei minori stranieri non accompagnati.
D’altro canto ha messo in luce alcune carenze.
Tra queste si evidenzia un’attuazione di diritti molto diversa da una regione all’altra sia in relazione all’accesso ai servizi per la prima infanzia che in relazione alla tutela sanitaria.
Ha inoltre sottolineato la sussistenza di situazioni di povertà dei fanciulli.
Ha raccomandato altresì in particolare di adottare misure urgenti in tema di: distribuzione delle risorse finanziarie, con la richiesta di tener conto dei diritti dei minorenni più vulnerabili; non discriminazione delle persone di minore età sotto ogni aspetto; educazione e istruzione, tra cui lotta alla dispersione scolastica, edifici scolastici sicuri e accoglienti e attuazione della legge contro il bullismo e il cyberbullismo.
Il Comitato Onu ha tra le altre cose raccomandato di: potenziare il sistema di raccolta dati in tema di infanzia e adolescenza; introdurre un sistema nazionale di raccolta dati in materia di violenza contro i minorenni; garantire piena autonomia e indipendenza all’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.