Merita un approfondimento il principio del “superiore interesse del minore”, criterio guida che permea l’intero complesso del diritto minorile, e che la Convenzione richiede sia sempre oggetto di “primaria considerazione”.
Prescindendo in questa sede dalle disquisizioni sulla traduzione italiana dell’espressione inglese “best interest of the child”, si evidenzia che tale principio costituisce una clausola generale predisposta al fine di consentire al giudice la valutazione concreta delle peculiarità della situazione sottoposta al suo esame affinché adotti la decisione che a suo giudizio realizza il miglior interesse del minore.
In base a questo principio chi deve assumere una decisione relativa alla vita di un fanciullo, a livello legislativo, giudiziario, amministrativo o anche scolastico e familiare deve individuare ciò che maggiormente può portare al massimo benessere possibile per il minore. La decisione assunta dovrà di conseguenza tendere a realizzare la soluzione migliore per il bambino in quella determinata situazione concreta.