La formula del Laboratorio non è stata casuale. I fruitori dello stesso, i ragazzi e le ragazze selezionate dal D.S. Prof. Enrico Carafa e dalla responsabile presso la presidenza, Prof.ssa Giovanna Ricciardelli, dovevano essere calati in una serie di attività “pratiche” che li coinvolgessero anche a livello motivazionale.
Non, quindi, semplici discenti ma, protagonisti di un “lavoro” esperienziale che li rendesse consapevoli di essere coloro che in società possono fare la differenza, perché non più “ignari” di conoscenze, dinamiche e possibilità.
Tutti sono stati coinvolti, a vario titolo, nel lavoro laboratoriale, attraverso Video, Power Point, Letture, Testimonianze, Simulazioni.
Sono state utilizzate molte delle tecniche alternative alla lezione “frontale”, per rendere gli incontri “fruibili” e il mondo giuridico una realtà “alla portata dei giovani”.
L’ordine naturale incontra quello umano che non può esimersi dal darsi delle regole, che per essere valide giuridicamente devono essere scritte in una norma giuridica.
Tutto parte da qui.
La conoscenza della normativa internazionale è stata fin da subito considerata fondamentale perché ha significato stabilire il punto di partenza di tutto il discorso.
Individuare chi l’ha voluta, chi ha insistito, dedicando tutta la vita alla tutela speciale del minore come soggetto di diritti, ha potuto inquadrare anche il dove è stata realizzata ed attuata e come è stata importante.
Grazie a quella normativa internazionale, la Convenzione di New York sui diritti dei fanciulli, oggi, abbiamo quelle leggi e sentenze che tutelano i giovani anche contro quei comportamenti, “odiosi” e “pericolosi” per il loro sviluppo psico-fisico e sociale, chiamati “bullismo e cyberbullismo”.